Benessere


Ho dovuto rinunciare a scrivere (e a molte altre cose) per diverse settimane. Ho più di un lavoro, ognuno completamente differente l’uno dall’altro e con diversi gradi di stress.
Mi è rimasto un solo giorno libero alla settimana, in cui sono così stanca che dormo più di dieci ore. I dolori dell’endometriosi non si fanno sentire grazie alla terapia, ma chi mi dice che tutto questo stress non stia comunque provocando dei danni all’interno del mio corpo?
Di sicuro ne sta facendo nella mia vita.

Il tempo che passo con le persone ha una qualità maggiore perché apprezzo di più i momenti passati insieme, ma allo stesso tempo la qualità cala dal momento che sono così stanca da trascinarmi.
Esagerando si impara.


Il benessere di una persona passa dalla qualità della vita che fa, il che è inevitabilmente legato al lavoro, visto il monte ore lavorative richiesto nella nostra società.
E' la nostra percezione a plasmare la realtà, è vero, ma esistono dei limiti.

Uno dei lavori che faccio mi sta uccidendo: è troppo frenetico, stressante, pieno di stimoli non sempre positivi e di meccaniche veloci, che considero fuori dal normale.
Così mi sono interrogata sul valore non solo del mio tempo, ma anche del lavoro in sé e sulla qualità della vita che sto vivendo.

Lascerò il lavoro, quello stressante, perché il mio benessere viene prima di tutto.
Allontanarmi da ciò che mi fa stare male non mi darà la felicità assoluta, ma almeno mi permetterà di cercarla.
Con la testa troppo occupata, affollata, così come il tempo, non posso certo sperare di raggiungere l’equilibrio, almeno psicologico.


Tuttavia devo dire che, come sempre, le esperienze che vivo nella vita mi formano, mi temprano e mi fanno intuire quali siano i miei limiti. Non si sente spesso una donna malata di endometriosi che lavori così tanto senza sentirne le conseguenze fisiche.
Alcuni lavori comportano sforzi non indifferenti, insieme all’inevitabile stress legato all’averne più di uno. Ma sono orgogliosa di aver provato a fare di più, di aver dimostrato a me stessa che ce la posso fare, che la malattia non è sempre lì ad ostacolarmi, che ho più energie di quanto pensassi.

E ora, lasciando questo lavoro, dimostrerò a me stessa che si può dire di no a condizioni lavorative assurde, a paghe da fame, allo stress. Metterò la mia salute prima di tutto, riuscendo ad impormi sulla bramosia di denaro in favore di una vita migliore, di una serenità che avevo perso.
Perché i soldi non sono tutto, figuriamoci quando sono pochi!
A volte possono trasformarsi in una prigione.
Non mi fraintendete, i soldi servono a tutti, ma ci sono cose più importanti. Chi è malato dovrebbe saperlo bene e tutti dovremmo ricordarlo a noi stessi ogni tanto.



In questo momento è sera e sono riuscita a ritagliarmi del tempo per scrivere finalmente. Sento di avere molta più energia da investire in attività che per me sono importanti.

Ogni esperienza è un nuovo inizio, un’ondata di energia in qualche modo, che si incanala quasi naturalmente verso i giusti percorsi. Quelli che prima apparivano come un impegno ingestibile, un lavoro pesante, tempo perso, ora mi sembrano parti della vita da sviluppare appena mi sarà possibile e da portare avanti.



Tutti abbiamo un obiettivo nella vita, fosse anche "solo" quello di cercare di essere felici, ma spesso ci dimentichiamo che esistono molte strade per raggiungerlo. Ci fissiamo su un solo sentiero e lo percorriamo con gli occhi fissi a terra, dimenticandoci che, per quanto pericoloso possa essere, si può uscire dal sentiero ed esplorare la foresta scegliendo il nostro personale percorso per farlo.
Scrivere è per me una parte di questa mia esplorazione, rinunciarvi sarebbe un grave errore.
E infatti (ri)eccomi qui. Non ne posso fare a meno.


Domande:

Per andare alla Home

Altri articoli